MiAMi 2024
26 e 27 Ottobre 2024, undicesimo anno !!Destinazione Arquà Petrarca.
Si è pensato infatti che,
40, 80, 160, 330 quattro tracciati tra di loro multipli, per la undicesima edizione della MiAMi che si dirige verso Arquà Petrarca.
La prima, (la quaranta chilometri) per chiunque desideri pedalare senza aver preparazione alcuna ne tantomeno un mezzo da aitanti prestazioni.
La seconda ( di ottanta chilometri) più impegnativa per soprasella e gambe che non sono abitualmente propensi alla postura ciclistica.
La terza (centosessanta chilometri) considerata la Classica perché arriva al paese scelto dal grande letterato per trascorrerci gli ultimi anni di vita (1367- 1374) e dove probabilmente giace sepolto.
La quarta ( trecentotrenta chilometri ) per i noncuranti delle proprie possibilità effettive e disposti alla sicura sofferenza alla luce diurna come nell’oscurità, ma altrettanto sicuri che un’alba sopraggiungerà mentre la cadenza della pedalata rimarrà ad un ritmo soddisfacente.
Qualunque scelta facciate, sarete sempre e costantemente liberi di cambiare, di ascoltare le vostre sensazioni e recepire tutte le suggestioni che l’incedere pedalando vi trasmette.I percorsi sono simili agli altri anni ma pur sempre migliorati nei passaggi ed affinati nelle traiettorie, tanto da essere ormai candidati a diventare patrimonio dell’umanità da parte dell’UNESCO.
Alcuni nuovi ingredienti assieme a quelli già conosciuti, organizzati in una informalità che caratterizza tutte le nostre iniziative, felici di accogliervi nei nostri luoghi di lavoro e vita quotidiana, condividendo spazi e vettovagliamenti in un convivio finale degno di un matrimonio tra Sinti.
tanto, classic, short, tutti
Le iscrizioni online alla MiAMi 2024 apriranno Venerdi 11 Ottobre !
MIAMI 2024
Tracce Gpx
Ricordati di indossare sempre il casco, guida con prudenza e sempre ben visibile. Rispetta il codice della strada.
Leggi con Attenzione !!
- Domenica 27/10 la partenza per i percorsi MiAMi Tutti – 40km, MiAMi Short – 80km, MiAMi Classic – 160km sarà dal centro di Mirano presso la Barchessa di Villa Errera (Biblioteca di Mirano), Via Bastia Fuori.
- Sabato 26/10 le partenze della MiAMi Tanto – 333km, sia la partenza del mattino che della sera, saranno dal piazzale del negozio Scavezzon Biciclette a Mirano, Via della Vittoria 14.
- L’arrivo sarà per tutti nel piazzale del negozio Scavezzon Biciclette a Mirano, Via della Vittoria 14 dove ci sarà food truck, ristoro e birra;
- La partenza sarà libera nell’arco temporale previsto per i percorsi e, appena registrati e ritirato il foglio di viaggio, si potrà/dovrà partire. Siete vivamente pregati di partire negli orari previsti per il Vs. percorso scelto (vedi più sotto).
- La manifestazione si svolgerà anche in caso di pioggia.
- Nel prossimo we ci sarà il ritorno dell’ora solare: ricordarsi di aggiornare l’ora tirando indietro le lancette.
- La partenza della MiAMi Tutti (40 km nelle stradine del comune di Mirano) è prevista dalle 8.30 alle 10.30. Timbro alla partenza e all’arrivo.
- La partenza della MiAMi Short (80 km verso Padova – Chiuse di Voltabarozzo) è prevista dalle 8.30 alle 10.30. Ristoro e timbro presso “Il telaio bike cafè” al 35° km.
- La partenza della MiAMi Classic (160 km con giro di boa ad Arquà Petrarca) è prevista dalle 6.30 alle 8.30. Ristoro e timbro presso “Cantine Loreggian” al 90° km.
- Le partenze della MiAMi Tanto (333 km con passaggio ad Asolo e Arquà Petrarca) sono previste alle 9.00 e alle 20.00 di sabato 26 ottobre. Timbro alla partenza e all’arrivo.
- E’ possibile parcheggiare nei molti parcheggi liberi disponibili nel centro di Mirano zona partenza e nei parcheggi attorno al negozio (vedi lo specifico allegato con le indicazioni ed eventualmente le info che aggiorniamo in FB).
- Tutti i percorsi si pedaleranno in senso antiorario.
- Quando pedalerete su strada guardatevi attorno e usate ciclabili e attraversamenti pedonali che sono quasi ovunque presenti.
- All’arrivo, nella tana della Confraternita, troverete da sfamarvi e dissetarvi con il mitico food truck “Chef in Viaggio”, tanta birra e altre sorprese.
- N.B. Tenetevi aggiornati sui social e sul sito per eventuali aggiornamenti soprattutto realtivi alla situazione meteo
- QUI puoi vedere la dislocazione dei parcheggi liberi nel centro di Mirano, attorno al negozio e la posizione di Villa Errera da cui si partirà.
- La “LIBERATORIA” è da stampare, compilare, sottoscrivere e consegnare alla registrazione prima della partenza. Il tutto per velocizzare le procedure di partenza e limitare al massimo i tempi di attesa ed eventuali code (gli iscritti sono più di 2000).
- Ti verrà consegnato il “Foglio di Viaggio” da portare con te in cui apporre i timbri di controllo.
- lla partenza troverai 5 file per registrarti, consegnare la liberatoria compilata e ricevere il foglio di viaggio, cerca la fila con la lettera che corrisponde al tuo cognome e cercheremo ti farti attendere il meno possibile. Se ti sei registrato con nomi di fantasia o invertendo cognome e nome …… armati di pazienza.
MiAMi del Professore 2024 - “MiranoAlberiMirano” ....
Con la MiAMi ritorna anche la “MiAMi del Professore” che, dopo aver portato l’attenzione sui fiumi, i fossi, i canali e tutta l’acqua che ci gira attorno, quest’anno inviterà ad osservare gli alberi, gli arbusti, i cespugli, la straordinaria flora che ci vive accanto. Piante alle quali chiediamo spesso di esserci utili dandoci qualcosa (legna, frutta, “stropee”, ossigeno, cellulosa, radici per consolidare la terra, ombra e così via) ma che dobbiamo imparare ad amare per quello che sono: esseri viventi che, a ben vedere, hanno più diritto di noi di stare a questo mondo. Quindi, prima di tutto, perché la Mirano-Alberi-Mirano?
La “gravel culture”, facendoci pedalare dietro il muro di case e fabbriche che normalmente vediamo dall’automobile, ci sta facendo riscoprire il paesaggio, in particolare riportando alla nostra attenzione tre elementi caratteristici del territorio veneto.In primis, ovviamente, l’esistenza di una ragnatela di “percorsi minori”: strade, carrarecce, argini, sentieri che formano una vera e propria trama, una rete frutto di una storia plurimillenaria, fortunatamente scampata all’egemonica invasione dell’automobile e nella quale possiamo pedalare, camminare, correre, galoppare, girare da soli o in compagnia, veloci o lenti, assorti o discorrendo.Un’ancor più fitta rete di corsi d’acqua: fiumi, canali, rii, rogge, fossi, che ci ricorda che abitiamo sopra una sorta di grande spugna, un territorio che assorbe e rilascia l’acqua (proveniente dalla montagna e dalla pioggia) e che, almeno finora, ha reso questa regione fertile e facilmente abitabile (se ben governata a curata);Infine, se è vero che durante la MiAMi ci capita di incontrare centinaia di nostri simili, d’altro canto nelle nostre uscite quotidiane probabilmente ci capita di incontrare più alberi che colleghi. Tra un paese e l’altro, tra una zona industriale e l’altra, notiamo una ricca e articolata presenza di alberi e arbusti, vegetazione di tutti i tipi e di tutte le forme: grandi alberi isolati e liberi di crescere, filari di essenze capitozzate, regolari siepi mono specie o ingarbugliate rive di fossi e fiumi, specie che si sembra di riconoscere e altre proprio strane; tutti comunque esseri viventi che, oltretutto, per metterci alla prova cambiano aspetto almeno quattro volte all’anno, regalandoci pure frutti e qualche volte spine.
Ecco, quest’anno, pedalando lungo le tracce della MiAMi vi invitiamo ad osservare questi compagni di viaggio. Rispettando lo spirito che ogni anno ci porta ad organizzare questa avventura collettiva, non vi chiediamo nulla di impegnativo (all’arrivo non vi interrogheremo) ma semplicemente di “butare un ocio” e scattare qualche fotografia. Guardare, osservare, fotografare. Magari tenendo sullo sfondo, e arricchendo, alcune prime semplici riflessioni – e ipotesi per il futuro – che riportiamo qui di seguito.
Molti alberi che vediamo gravellando nelle nostre campagne (e più in generale nel nostro paesaggio) sono qui perché servivano, sono il frutto di una sorta di “selezione funzionale”: il contadino selezionava e gestiva (lasciava crescere, capitozzava, maritava, moltiplicava, tagliava, ecc.) quelli che gli servivano per ottenere un risultato immediato e concreto, tangibile: frutta per sé o gli animali, foglie per i bachi o la stalla, legna per produrre energia, attrezzi o mobili, sostegni per le viti, pali, tavole, ecc. Così, quelli che vediamo oggi, spesso sono frammenti, relitti e “reperti archeologici” che ci parlano del e dal passato e che, come i cocci di un vaso, per comprenderli dobbiamo metterli in relazione con altri cocci e/o con il contesto: che ci fa qui quel tale albero? Da dove è arrivato? Come? Chi gli ha dato quella forma e perché? Certo, c’erano e ci sono anche i parchi delle ville, che ci sembrano più “naturali”, ma dove in realtà la selezione era ed è, se possibile, ancora più ferrea (anche nel più apparentemente libero e bucolico parco non c’era e non c’è nulla di casuale), e ci sono piccoli lacerti di boschi antichi, dove comunque l’uomo ha sempre e comunque messo il proprio ingegno e le proprie mani (basta pensare ai boschi da taglio, ai boschi per l’arsenale della Serenissima, ecc.).
Noi oggi ci siamo (apparentemente) liberati dalla logica strettamente funzionale del contadino, abbiamo iniziato ad osservare gli alberi e ad “amarli”, chiedendo comunque loro di assolvere ad alcune funzioni, magari non più direttamente e immediatamente tangibili e monetizzabili, ma comunque indirettamente rivolte a soddisfare nostri bisogni, svolgendo ruoli di supporto e infrastruttura per il nostro benessere. Ad esempio, oggi li selezioniamo in base alle cosiddette esigenze ambientali: devono stabilizzare i terreni, purificare l’aria, assorbire l’acqua, formare “corridoi ecologici” e “reti verdi e blu”, fornirci ombra o pura e semplice bellezza, concorrere a formare “ameni paesaggi” da poter consumare come turisti nel nostro tempo libero (anche in bicicletta). Senza dimenticare quelli che (lontani dai nostri occhi) comunque continuiamo a tagliare per esigenze immediate (carta, legno, ecc.).
Tutto ciò è bello, interessante, e anche condivisibile, da proseguire e perseguire con attenzione e cura, perché gli alberi sono un fondamentale alleato per un futuro sostenibile. Ma, facendo un ulteriore passo in là: quando inizieremo a guardare un albero per quello che è e non solo per quello che può darci? Quando inizieremo a pensare che un albero ha ragione di vivere, ha diritto alla vita, indipendentemente da quello che fornisce a noi? Quando inizieremo a “pensare come un albero”?Un piccolo esempio per capirci: a causa dei cambiamenti climatici stiamo imparando a “pensare come un fiume”, a sapere che non possiamo sempre imbrigliare un corso d’acqua entro rigidi argini di cemento per poi lamentarci se si “libera” e viene a trovarci dentro casa. Stiamo anche imparando a riconoscere la laguna come un sistema vivente, che con le sue maree “respira”, stiamo riconoscendo i diritti degli animali a vivere dignitosamente (anche quelli di cui ci nutriamo), il diritto delle montagne a non essere assalite dagli impianti (o da maree di automobili). Proviamo allora, pedalando, ad osservare, toccare, ammirare ed accarezzare gli alberi per quello che sono, ponendoci domande senza pensare di avere sempre le risposte, praticando la bellissima arte del dubbio. Ad esempio: proviamo ad attribuirgli un nome per dare loro dignità, per riconoscere l’altro da noi senza necessariamente affrettarci ad attribuirgli una funzione, una etichetta di presunta autenticità, o a distinguere tra autoctoni (da quando?) e invasivi. Anche perché, se proprio Un piccolo esempio per capirci: a causa dei cambiamenti climatici stiamo imparando a vogliamo trovare chi è “infestante” su questa Terra… beh, faremo prima guardandoci allo specchio.
Dunque, questa “Mirano-Arquà-Mirano” sarà anche una “Mirano-Alberi-Mirano” che, attraverso un concorso fotografico aperto a tutti i partecipanti, tributerà un giusto omaggio agli alberi, che tanto contribuiscono a rendere magiche le nostre gravellate. Quindi, pedalando osservate il paesaggio, ammirate le infinite sfumature di verde, lasciatevi ammaliare dagli alberi, mandateci tre fotografie e… sottoponetevi all’insindacabile giudizio dell’autorevole commissione che (forse) vi premierà con ricchi premi e cotillons.